Gli odori nell’orto

Tutti conoscono “A Marechiaro”, la bella canzone di Salvatore Di Giacomo composta nel 1886, tradotta in tutte le lingue ed interpretata dalle voci più grandi del bel canto mondiale. Un verso cita “ nu carofano addore dinta ‘na testa” ossia un garofano profuma in una vaso, e, quel vaso certamente deve essere stato d’argilla, di coccio, Testaccio, a Roma, prende proprio il nome dal fatto che, anticamente, era una discarica di vasi rotti. Un’altra parola bella, affiora e suggerisce altre storie di orti e di verdure, in questa canzone ed è proprio il verbo. Era molto comune ed ancora sopravvive l’usanza, se andate dai fruttivendoli di paese, in Campania, che alla fine della vostra spesa, il negoziante possa dirvi “Signò’, nu poco ‘e ‘ddore?” ovvero vi sta offrendo degli odori, a seconda della stagione, può essere basilico, prezzemolo o sedano. Molto comuni non solo negli orti ma nei vasi alle finestre, queste tre essenze sono “gli odori” per eccellenza. Il basilico, dal greco basilikos, regale, il prezzemolo, greco anch’esso, petroselinos, ed il sedano, latino, apium, risuonano nel napoletano e negli altri idiomi meridionali come negli originali. E tanto la lingua ha conservato questi caratteri antichi tanto sia la botanica che gli usi officinali e culinari sono rimasti invariati nel corso dei millenni. Del basilico e del prezzemolo esistono varietà riconosciute partenopee. Il basilico, ocymum basilicum var. neapolitanum, ed il prezzemolo, petroselinum crispum, quello gigante, var. neapolitanum, il Gigante di Napoli. Sono gli odori di una città, di più, di una civiltà mediterranea che ha accolto e compreso, diversificato, assimilato profondamente dalla pizza ai proverbi, fecondato nelle proprie radici più autentiche queste essenze. Naturalmente semplici da coltivare, ricordando solo che solamente il basilico si deve riseminare annualmente, le altre due essenze essendo biennali, un terriccio universale andrà benissimo, meglio dedicare un proprio spazio a ciascuna, nei climi caldi, ancora più evidente se seminerete in fioriera, tendono a disseminarsi da soli, vogliono luce e non esagerando nelle innaffiature, sono robuste. Facile riprodursi le proprie sementi, basterà lasciare andare a seme almeno una pianta. Nei climi più freddi potrete portarvi avanti seminando dietro un vetro, anche in marzo, in vasi, e poi, ripicchettare nell’orto. Di basilico, di prezzemolo, di sedano, esistono diverse varietà e ciascuna ha il suo uso culinario. Il basilico genovese, celeberrimo per il pesto, quello greco, a palla, nelle minestre o per salse, quello thailandese, molto intenso e particolare nell’odore, quello rosso riccio, per l’insalata di riso, e così il prezzemolo riccio, ed il sedano rosa, molto delicato, facilmente reperibili. Negli orti, ottima la consociazione tra basilico e pomodori, distanziando un minimo, avrete piante più grandi e vi verrà facile, in estate, raccogliere le rosse bacche e foglie di basilico per insalate o sugo. E per finire, a proposito di Marechiaro e della famosa finestrella, in una gag gustosissima, “Totò guida a Napoli”è il caso di dire, il Principe De Curtis vi porta i turisti e cosa mostra la bella Carolina all’uopo affacciata? Non già lo striminzito garofano delle cartoline ma un bel vaso di basilico “nu poco ‘ e ‘ddore dinta na testa”.

Mio articolo uscito sul Il Manifesto del 29/2/2024

Fonte immagine di copertina Agricentro Ariccia

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