Scambio dei semi

Forse non ci si rende conto di cosa e quanto muove, anche economicamente, uno scambio di semi ben organizzato. Bisognerebbe sapere, per esempio, per farne uno solo, che, quando acquistai una bustina di tithonia, fiore bellissimo detto anche “girasole messicano”, ne trovai sei semi, dico “6”, e non oltre, presso la Coop di Serfontana, Canton Ticino, Svizzera. Il costo della bustina, prodotta dalla ditta certificata biologica “Sativa” è stato di sei franchi svizzeri. Considerando che conteneva sei semi, ciò vuol dire il costo di un franco svizzero cadauno. Di questi sei semi, solo due germinarono. Da allora, liberamente ne sto distribuendo, regalando ai vari scambi di semi in giro per l’Italia, non so quante bustine. Quest’anno, estate particolarmente favorevole dove abito, Cranno, colline del triangolo lariano, qualche temporale, anche grandine, ma nulla di devastante, ha favorito la crescita delle tithonie e di tutti gli altri fiori che da sempre coltivo in consociazione.

Significa che avrò, ho già un piccolo patrimonio, vedendola solamente dal lato economico, di semi di tithonia. I cosmos, le cosmee, le zinnie, i numerosi tagetes minuta, rappresenteranno quanto di prezioso, di bello, di autoriprodotto da anni e quindi sicuro, certo, acclarato, io metta in comune nella rete degli scambi di semi.

Civiltà Contadina, l’associazione della quale faccio parte e sono dirigente, ha una sua Arca dei semi ed un suo Index Seminum accessibile agli iscritti e certamente i miei semi sono a loro disposizione.

Ma ne ho di più, un surplus di quanto mi venga richiesto. Tengo per me e per le persone vicine, un seedsaver deve curare meticolosamente i buoni rapporti col vicinato, una adeguata quantità, a Civiltà Contadina , avremo una assemblea nazionale, in novembre, lascio un bel sacchetto per ciascuna essenza ed ancora me ne avanzeranno.

Ho redatto schede su queste varietà, me ne richiedono per posta. Ne spedisco, in cambio del costo della affrancatura. Ci penso. Ed è proprio così. Le multinazionali come Monsanto, Dow Chemical, Dupont e le altre, espressione finale dello spirito rapace e dell’avidità oltre ogni limite del capitalismo, del mondo visto solo come una sacca senza fondo dalla quale attingere, ad ogni costo, umano, sociale, culturale, a costo di qualunque guerra o fame, proprio questo non vogliono.

Hanno creato prima ibridi F 1 ed F 2 e poi messo “mano” agli organismi modificati geneticamente esattamente per creare sementi non più liberamente riproducibili.

La mia tithonia, fiore bellissimo, liberata dalla sua bustina con prezzo, codice a barre e certificazione biologica annessa, l’ho potuta donare, scambiare, diffondere, portarla in giro nelle mie  vacanze ed ogni dove, certo del suo attecchimento. E’ solo un fiore. Moltiplicate, provate ad immaginare cosa significano tonnellate, milioni di tonnellate di mais, di riso, di soia assolutamente non riproducibili e che devono, ogni anno, essere riacquistate, per forza, dai coltivatori.

In virtù del loro essere stati brevettati, sequenziati anche parzialmente, questi semi sono solo zavorra, palla al piede di una terra incatenata al profitto.

Sono non semi di vita ma semi di profitto. E non accenniamo al discorso della qualità infima, venduta per eccellente ma è neolingua pubblicitaria orwelliana: gli OGM sono esattamente feccia da un punto di vista della resistenza alle avversità, a qualunque insetto erbivoro, a qualunque muffa voglia invadere i campi.

Sono partito dalla “mia” tithonia di origine biologica, sono partito da quanto muove, invece, in termini positivi uno scambio di semi ben organizzato.

Aldilà della conoscenza necessaria, delle amicizie incredibili che nascono tra noi, dei rapporti forti che si stabiliscono, siamo là perché sappiamo quale è la posta in gioco vitale, i nostri sacchetti, le bustine di semi fatte in casa, rappresentano un tassello fondamentale verso l’autonomia.

Se i politici più consapevoli, che pure esistono, si battono per fare opposizione verso gli OGM ed abolire le leggi che stringono il cappio attorno alle sementi nostre, le sementi contadine, se gli scienziati come  Gianni Tamino e Vandana Shiva scrivono per appoggiare la nostra feconda battaglia, siamo noi, seedsavers, salvatori di semi, la base, il movimento che combatte, armato di conoscenze, di costanza, d’amore e fede tenace, la pars costruens, siamo noi che deteniamo nei nostri orti la vita, il buon seme.

Chiamata a raccolto sarà il 25 novembre 2017 a Seren del Grappa. E’ indubitabilmente il più grande scambio di semi d’Italia. Ci saremo. Ci sarò. Perchè le tithonie, così come i fagioli, il mais, il pomodoro, deve viaggiare. Il buon seme deve cantare la sua libera e bella canzone negli orti.

E più associazioni e coordinamenti e gruppi informali e collettivi ci sono e meglio è.

Il movimento è uno, le sue voci, tante. Ci incontriamo, qualcuno mi ha scritto che Civiltà Contadina è “la nonna di tutti”, ma si se penso alla baldanzosa e fiera Nonna Abelarda dei fumetti, certamente,

Nonna Abelarda con un cazzotto era capace di stendere un toro. Noi, più modestamente, ci accontenteremmo di stendere un velo di terra, un lenzuolo salvifico di humus, che dormano tranquille, le buone e libere sementi, nei nostri campi. Primavera, verrà.

Teodoro Margarita

4 risposte a "Scambio dei semi"

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  1. sono molto favorevole allo scambio di semi e la riproduzione con i propri semi. pero devo dire che i semi della ditta Sativa sono cari pero gli fanno loro o sono da coltivazioni bio, ed e sempre meglio che comerare i semi ibridi di monsanto!!!!!!

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  2. Ma non potendo venire a Seren del Grappa, se mando busta con francobollo si possono avere dei semi di thitonia posso mandare anche semi di fagioli biologici oppure di fiori grazie

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